EDUCAZIONE E CREATIVITÀ
Il gioco del Teatro
Il grande gioco del teatro, con i suoi diversi linguaggi e le tante differenti pratiche, coinvolge la creatività, la manualità, ma anche il corpo e il movimento nello spazio.
La pratica dell'immaginazione materiale dà corpo a sogni e fantasie, trasforma oggetti e azioni in visioni poetiche.
Il grande gioco del teatro, dentro e fuori la Scuola
La mia esperienza al Laboratorio degli Archetipi.
Una fondamentale esperienza formativa e lavorativa è avvenuta per me a Lodi, con il Laboratorio degli Archetipi - Teatro Scuola Poetica Ambiente. Con Giacomo Camuri, Giannetta Musitelli e Marcello Chiarenza, a Lodi ho scoperto uno stile di fare ricerca multidisciplinare e di fare teatro, che mi ha fatto intravedere molti modi in cui avrei potuto declinare il mestiere della scenografa. Creare una drammaturgia a partire dalla ricerca di miti e simboli, trasformare materiali poveri in grandiosi oggetti di scena, condurre laboratori di costruzione con scuole di ogni ordine e grado, organizzare feste di piazza e carnevali, progettare percorsi di educazione ambientale: questo è un bagaglio prezioso che mi ha formato come essere umano e come professionista.
“Attraverso un’intensa attività di formazione condotta sin dall’inizio nel contagio di riflessioni teoriche e pratiche teatrali (lettura di saggi di antropologia, filosofia, psicologia, scienze dell’educazione e laboratori di mimo, di burattino, di teatro d’ombra, di marionette, maschere…) si è sviluppata l’idea portante del programma che è alla radice della creazione del Laboratorio degli Archetipi: fare spazio nella didattica alla poetica, all’immaginazione simbolica, alla creatività, che congiunge, nei termini di Leroi-Gourhan, il cervello e la mano, e così facendo rimettere al centro della vita sociale la scuola come laboratorio di proposte culturali fruibili da un’utenza non meramente scolastica.” (Giacomo Camuri, http://www.archetipilab.it/un-profilo-azione)
A Lodi ho ricevuto un imprinting relativo alla scrittura drammaturgica e alla progettazione di scenografie. Ho conosciuto una metodologia che mi ha insegnato un modo di raccogliere fonti e impostare una ricerca; ho attinto a piene mani a un metodo di strutturare progetti, che attraverso i linguaggi del teatro raccontano per immagini storie e miti senza tempo.
Inoltre ho sperimentato i molti modi in cui praticare l’immaginazione materiale, la costruzione poetica, la trasformazione simbolica dell’oggetto, il dare forma e concretezza a un’immagine attraverso il lavoro manuale, declinando le proposte in esperienze didattiche, adattate di volta in volta a bambini, ragazzi, insegnanti, persone con disabilità. La pratica del laboratorio mi ha insegnato l’organizzazione pratica e molte procedure artistiche e tecniche. Inoltre l’ascolto dell’altro, l’attenzione alle caratteristiche e alla valorizzazione delle risorse di ognuno sono state lezioni fondamentali che mi son tornate molto utili in altri contesti lavorativi.
E dal laboratorio alla scena, ho vissuto l’emozione di costruire insieme un grande evento, di condividere con un gruppo una visione, di dare forma a un’immagine fatta di corpi e oggetti in movimento, ogni partecipante con il suo specifico contributo.
Una gavetta preziosa che ha alimentato in me un’idea di “accessibilità della Bellezza”, di condivisione e costruzione collettiva di Poesia.
Tanti professionisti hanno gravitato attorno al Laboratorio degli Archetipi, creando negli anni differenti sinergie che hanno contribuito a far crescere questa realtà culturale. Io sono profondamente grata e consapevole di essere entrata a far parte di una storia unica, che mi ha arricchito e che continuo a portare con me.
Ho avuto l'onore di curare l'appendice dedicata alle scenografie dell'invisibile di Marcello Chiarenza, nel libro L'anima e l'assito, di Giacomo Camuri e Giannetta Musitelli e l'introduzione di Giovanna Zanlonghi, studiosa e storica del teatro. "Un "Piccolo breviario di estetica e di pedagogia teatrale che in una doppia partitura, teoretica ed esperienziale, offre la felice testimonianza di una storia corale che ha trovato nel teatro la via regia del fare cultura e del promuovere esperienze di inclusione e percorsi di formazione permanente"(Gruppo Persiani Editore srl, 2020).